Storia e arte
Il tema pittorico
Un primo artista si cimentò nella decorazione della cupola, Pietro Antonio Pozzo, ma con risultati non soddisfacenti.
Nel 1745 Mattia Bortoloni (Rovigo 1696 – Milano 1750) e Felicino Biella (Milano 1702-1786) accettano la convenzione per la pitture della grande volta.
Mattia Bortoloni, figurista, e Felice Biella, quadraturista, lavorano ai dipinti della cupola, del tamburo e degli arconi, dal 1745 fino al 1748.
Dal 1749 Felicino Biella completerà anche la decorazione dell’abside e degli atrii d’ingresso; terminerà l’opera il 31 luglio 1752, come attestato in un cartiglio dell’atrio di ponente.
Il campo pittorico a tema unico, ampio 6032 metri quadrati, rappresenta la storia della salvezza contemplata in Maria santissima.
Maria è colei che risponde con fermezza alla volontà di Dio Padre e accetta con obbedienza il suo disegno.
Attraverso Maria il Figlio di Dio si fa presente sulla terra, entra nella storia umana.
Incarnato nel mondo Gesù redime e salva l’umanità intera con la sua morte in croce e con la resurrezione dai morti.
L’avvento del Figlio di Dio è presagito già nel mondo pagano, dalle sibille (nei sottarchi).
Nel mondo ebraico è annunciato dai profeti (tra i finestroni del tamburo).
I profeti comunicano la verità, la volontà, le promesse divine di salvezza universale, lasciando intravvedere la figura della donna per mezzo della quale si compirà.
L’avvento della salvezza è rappresentato negli in otto grandi medaglioni che raffigurano la vita della Vergine, preceduti da altrettanti cartigli e rappresentazioni simboliche.
Le scene dell’esistenza terrena di Maria sono rese in un’atmosfera sommessa e delicatamente dipinte a chiaroscuro monocromo, con la tonalità della “terra d’ombra naturale”. Allo stesso modo la pittura monocroma è utilizzata anche nelle figure delle sibille e dei profeti.
Con questa scelta gli artisti hanno espresso una realtà squisitamente teologica: quanto concerne la vita terrena, imperfetta e dolorosa, è rappresentato in una fredda penombra ed è contrapposto alla vita celeste, gloriosa e fulgida, colorata e splendida, illuminata dalla luce dell’eternità.
Nel cartiglio:
AURORA CONSURGENS
“Chi è costei che sorge come l’aurora?” – Cantico dei Cantici 6,10
L’aurora vince la notte, fa scorgere il primo orizzonte.
Con la nascita di Maria il cielo è inondato di luce e tutta la terra è rivestita di nuova meraviglia. È in procinto di compiersi l’avvento del Signore.
Nel medaglione:
La presentazione di Maria al tempio
Sant’Anna e San Gioacchino assistono alla salita della loro figlia verso il sacerdote.
Maria è un esempio di mitezza e virtù: ancora bambina sale da sola i gradini del tempio.
In primo piano una donna indica alla propria bambina la via da seguire.
In questo gesto l’esortazione a perfezionare la vita cristiana a imitazione di Maria.
Nel cartiglio:
LECTULUS NOSTER FLORIDUS
“Il nostro letto è coperto di fiori” – Cantico dei Cantici 1,16
Il talamo nuziale è già disposto per il mistero che dovrà compiersi: nella Vergine si unirà la natura divina nella persona del Verbo.
I fiori sul letto matrimoniale auspicano fecondità per la piccola famiglia e per tutta la famiglia umana.
Nel cartiglio:
MAIESTAS DOMINI IMPLEVIT DOMUM
“La gloria del Signore riempiva il tempio” – Secondo libro delle Cronache 7,1
Nel tempio costruito da Salomone la gloria del Signore riempie il tempio e si manifesta in modo straordinario, con un fuoco poderoso che arde tutti gli olocausti.
La vergine Maria è il tempio di Dio.
Nel medaglione:
L’annunciazione dell’angelo a Maria
L’angelo reca un candido giglio e si manifesta a Maria, inginocchiata in preghiera;
lo Spirito Santo è rappresentato sotto forma di colomba.
All’annuncio dell’angelo risponde:
«Eccomi, io sono la serva del Signore, si faccia di me secondo la tua parola.»
Ella accetta senza riserve la chiamata del Padre ed accoglie il Figlio dentro di sè.
Nel cartiglio:
VOX TURTURIS AUDITA EST IN TERRA NOSTRA
“La voce della tortora si sente nella nostra campagna” – Cantico dei Cantici 2,12
Presso la casa di Dio, costruita sulla roccia, la natura si rinnova ed esplode la primavera.
Il Figlio di Dio si è incarnato nel seno della vergine Maria: sta per realizzarsi la nuova stagione della redenzione.
Nel medaglione:
La visita di Maria a Elisabetta – “Magnificat”
È rappresentato il brano del vangelo di Luca 1,39-56:
Maria visita la cugina Elisabetta, madre del futuro Giovanni, il Battista.
Elisabetta: «Benedetta tu fra le donne, e benedetto il frutto del tuo grembo. A cosa debbo che la madre del mio Signore venga a me?»
Maria: «L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perchè ha guardato l’umiltà della sua serva. D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. […]»
Nel medaglione:
La nascita di Gesù
Il piccolo Gesù, sostenuto dalla Madonna, è adagiato sulla paglia e adorato dai pastori; in secondo piano è rappresentato Giuseppe.
Con il Natale del Signore l’amore entra nel mondo: termina l’attesa dell’antico testamento e la promessa di salvezza ha compimento.
Gesù Bambino porta la luce, è pietra viva impiantata sulle rovine.
Nel cartiglio:
ODORATUS EST DOMINUS ODOREM SUAVITATIS
“Il Signore gradì il profumo soave” – Genesi 8,21
Dal braciere collocato davanti al tempio sale l’incenso dell’olocausto verso la stella del sole, “Sole di Giustizia”.
Così il sacrificio di Gesù sulla croce sarà gradito a Dio e estenderà a tutta l’umanità la grazia della redenzione.
(1) Maria
(2) Filippo e Giacomo minore
(3) Matteo
(4) Simone
(5) Paolo, Simon Pietro e Mattia
(6) Giovanni e Tommaso
(7) Bartolomeo
(8) Giacomo maggiore
(9) Andrea e Giuda Taddeo
(10) Giustizia, fortezza e prudenza
(11) Temperanza
(12) Trinità
(13) Sant’Agostino e San Gerolamo
(14) San Gregorio Magno e Sant’Ambrogio
(15) Sapienza divina e Sapienza attiva
(16) Stelle
Nella volta della cupola Maria ascende al cielo (1) contornata da tutta la Chiesa.
Ella è in estasi, avvolta da una luce sfolgorante, tra il tripudio festante delle corti celesti e degli angeli musicanti.
Accorrono gli apostoli.
Il loro atteggiamento è concitato e dinamico, il loro sguardo converge verso Maria.
Essi sono rappresentati con gli emblemi del martirio o dell’apostolato.
- Filippo con la croce, e Giacomo minore (2) con il bastone da tintore
- Matteo (3), evangelista, con il libro del vangelo
- Simone (4), con la sega
- Paolo con la spada dello Spirito, cioè la Parola di Dio, Simon Pietro con le chiavi e Mattia (5) con l’accetta
- Giovanni, evangelista, con il calice e Tommaso (6), con la lancia
- Bartolomeo (7) con il coltello
- Giacomo maggiore (8) con il bordone, la borraccia e la conchiglia del pellegrino
- Andrea con la croce, e Giuda Taddeo (9) con la clava
Adagiate su due nuvole distinte, le quattro Virtù Cardinali:
- in gruppo (10) la giustizia con la bilancia
- la fortezza con l’armatura e la lancia
- la prudenza con lo specchio
- isolata (11) la temperanza nell’atto di versare acqua in una brocca.
Un angelo “presentatore” spicca verso l’empireo e supera una minacciosa nuvola, che parrebbe impedire l’ascesa od oscurare la luce eterna.
Nella lanterna, il cosidetto “cupolino”, è rappresentata la parte più elevata del Paradiso, sede della santissima Trinità (12):
- Dio Padre ha lo scettro, la corona e l’aureola triangolare
- il Figlio, ammantato di rosso, abbraccia la croce simbolo di salvezza
- lo Spirito Santo in forma di colomba
Ai margini della Gloria celeste, sui timpani dei finestroni ovali, in abiti cangianti, sono appoggiati:
- quattro Dottori della Chiesa
- a OVEST (13) Sant’Agostino e San Gerolamo
- a EST (14) San Gregorio Magno e Sant’Ambrogio
- e due figure femminili
- a NORD (15) la Sapienza divina, ispiratrice (con la palma), e la Sapienza attiva della Chiesa, in religioso ascolto.
Il numero otto
Tutta la composizione è scandita dal numero otto:
otto sono le sibille, i profeti, le scene della vita terrena di Maria, le coppie di angeli, i gruppi degli apostoli, i grandi finestroni ovali, i contrafforti esterni, le punte delle 64(=8×8) stelle (16) che illuminano i lacunari della volta (essi stessi ottagonali) e di quelle che decorano la pavimentazione marmorea.
Tale scelta, certamente condizionata dall’impianto strutturale del Santuario, rivela comunque chiari significati simbolici: il numero otto è simbolo della salvezza e della vita eterna.