Vico, alla fine del 1500, è una villa aggregata alla città di Mondovì ed è sottoposta alla sua giurisdizione amministrativa. Per questo motivo la municipalità supporta i Vicesi nella gestione della massiccia affluenza del 1595 e si fa subito carico di iniziative per favorire e finanziare la costruzione del nascente Santuario e delle sue pertinenze (piazzale, porticato, albergo dei poveri e foresteria). La Città interverrà per mezzo dei suoi rappresentanti anche dopo l’ingerenza del duca Carlo Emanuele I di Savoia, sbrigando ogni faccenda spettante le proprie competenze fino al 1698, anno in cui il territorio di Vico diventerà un Comune autonomo.
Il legame tra il Santuario e la Città rimarrà comunque indissolubile poichè la Madonna del pilone, che nel 1682 ha assunto il titolo di Regina del Monte Regale, è la sua patrona. Pertanto Mondovì collaborerà anche nei secoli XVIII-XIX al compimento dell’edificio, con finanziamenti, doni cospicui e prestazioni di lavoro gratuito, in un’ottica partecipativa alla quale contribuiranno molte famiglie patrizie e altri borghi e comunità, sia diocesane che extraterritoriali.
La secolare diatriba che vede Vicoforte e Mondovì contendersi la denominazione del Santuario, risulta essere pertanto capziosa.
È ovvio che il complesso monumentale attualmente insista sul territorio di Vicoforte ma è altrettanto vero che alla sua costruzione, durata circa trecento anni, partecipò in forza anche la Città e l’intero Monregalese.
La definizione “Santuario della Natività di Maria Regina Montis Regalis”, oltre ad essere storicamente pertinente, è la più corretta perché indica un ambito territoriale ampio e quindi rende giustizia allo sforzo di cooperazione che vide protagonisti enti e comunità dell’intera diocesi.