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Il complesso monumentale

Vista dall’alto

Disegno di Francesco Corni, tratto da Bell’Italia n°108 – Aprile 1995
Copyright Fondazione Francesco Corni

Il Santuario

Il Santuario sorprende per la sua imponenza e grandiosità. Dall’esterno sono chiaramente evidenti le fasi costruttive succedutesi nell’arco di tre secoli, ragione della compresenza di stili diversi. La parte inferiore, costruita in forme tardo rinascimentali, risale al primo Seicento: è rivestita in “arenaria di Vico”, pietra ornamentale estratta nel territorio comunale. Il tamburo e la cupola, scanditi da otto robusti contrafforti, sono invece caratterizzati dall’uso del mattone a vista e sono di gusto barocco: furono innalzati nella prima metà del Settecento. La copertura in rame, che sostituì le tre falde del tetto originale in coppi, e le torri campanarie, ispirate ad un vago eclettismo, sono realizzazioni dell’ultimo ventennio dell’Ottocento.

La palazzata e la piazza

La costruzione semiottagonale, comunemente designata con il nome di “palazzata”, sorse nell’ambito dell’ambizioso progetto vitozziano che prevedeva un piano urbanistico in scala monumentale e la realizzazione di edifici idonei all’accoglienza e al servizio dei pellegrini. La manica di levante fu costruita già nel primo decennio del Seicento, con fondi di finanziatori privati, e ospitò opere caritatevoli e assistenziali; la manica di ponente, invece, fu realizzata e completata solo nell’Ottocento.

La piazza è costituita da un’area lastricata in porfido e da ampi giardini, al centro dei quali sono simmetricamente disposte due fontane salienti. In fronte all’entrata principale del Santuario è collocato il monumento bronzeo dedicato a Carlo Emanuele I di Savoia, che fu inaugurato nel 1891.

Il monastero

Il monastero ospitò i monaci benedettini della congregazione riformata dei Cistercensi Foglianti. Essi furono introdotti dal duca Carlo Emanuele I nel 1596: seguirono le fasi costruttive del Santuario e si occuparono della sua officiatura fino ai primi anni dell’Ottocento.
La manica esposta a sud è la più antica: fu completata nel 1613.

Al suo interno sono molti gli ambienti di pregevole valore artistico: il coro, il refettorio, con un affresco di Mattia Bortoloni che rappresenta la “Cena di Emmaus”, le stanze dell’abate, la cappella e lo scalone. A fine Ottocento l’edificio divenne sede delle Scuole Apostoliche, quindi Seminario Minore fino alla metà del secolo scorso. Da una trentina d’anni è stato trasformato in struttura ricettiva.